Skip to main content

La città della Madonnina sta vivendo una fase storica ricca di incertezze e timori. La popolazione sembra nettamente divisa, si passa dai catastrofisti, agli inerti, dai prudenti, ai timidi intraprendenti, fino ad arrivare ai più temerari sostenitori attivi del #milanononsiferma. 

Molti sono stati i decreti ministeriali e regionali, le ordinanze,i provvedimenti, le raccomandazioni e i ricorrenti bollettini ospedalieri che inesorabili fanno la conta dei casi di questo nuovo Covid-19. Se però provassimo per un attimo a mettere da parte gli schieramenti, le voci caotiche e le paure delle ultime settimane, potremmo provare a comprendere il vero impatto di questa emergenza sulla città e sui consumi

Quanto, di ciò che è stato detto, corrisponde alla realtà dei fatti? 

Beintoo è andata oltre le opinioni e ha ricercato risposte tangibili conducendo uno studio di visit trend su alcuni dei luoghi fisici più frequentati della città, per capire come si è evoluto il traffico di persone nelle ultime settimane. Nello specifico, mediante la loro tecnologia proprietaria di location intelligence, sono stati analizzati gli accessi a ristoranti, negozi di abbigliamento, catene di supermercati, agli aeroporti di Malpensa e Linate, e alle stazioni Centrale e Garibaldi, evidenziando i cambiamenti nelle abitudini di consumo dei milanesi. 

Lo studio, che ha preso in considerazione il periodo dal 1 Febbraio al 4 Marzo 2020, si è concentrato sulle persone, appartenenti al panel di Beintoo, che normalmente frequentano i census block della città di Milano. 

I dati ricavati dal segnale gps degli smartphone (tramite app partner) sono stati poi normalizzati, come da prassi, per eliminare gli effetti stagionali e i cambiamenti nel modello di campionamento, dal momento che differenti abitudini di consumo hanno anche comportato differenti utilizzi di mobile application. 

Il primo grafico rappresenta lo scostamento delle visite in store rispetto alla media delle prime due settimane di Febbraio nei comparti grocery e fast food, all’interno della città di Milano. 

Come si può vedere il primo comparto (in verde) mantiene un trend di accessi in linea con la media, ad eccezione di un picco verificatosi durante il primo weekend di emergenza, quello del 22 febbraio. 

Il comparto fast food, invece, mostra un calo drastico a partire da domenica 23 anche se il trend degli ultimi giorni sembra indicare un leggero ritorno verso la normalità. 

Il secondo grafico prende, invece, in considerazione gli accessi alle due principali stazioni e ai due principali aeroporti di Milano, normalizzati sulla base della media delle prime due settimane di Febbraio e aggregati su base settimanale. Il calo in questo caso è omogeneo a partire dal weekend del 22 febbraio, con un lieve ritardo per gli aeroporti, in particolare Malpensa. In questo caso, non si individuano grossi segnali di ripresa del traffico pedonale, sicuramente conseguenza anche dei molti voli cancellati. 

Il quadro che emerge dai dati analizzati è quello di una città che è stata colpita da una notizia di forte impatto, e ne è stata sicuramente destabilizzata. In questi giorni Milano si configura come una città “domestica”, vissuta principalmente da residenti e molto meno da turisti e pendolari. 

Allo stesso tempo, col passare dei giorni, probabilmente grazie alle norme di sicurezza introdotte e strettamente osservate sia dalla maggior parte dei cittadini che dalle piccole e grandi imprese, si inizia a intravedere la ricerca di un nuovo equilibrio, fatto sì di precauzioni ma anche di tanta resilienza e voglia di reagire.